Sabato 14 settembre, nell’ambito del cinquantenario del disastro del Vajont, avrà luogo la giornata dell’esercitazione nazionale “Nord-Est 2013” dedicata al rischio sismico. Organizzata dal Dipartimento d’intesa con le Regioni del Veneto e Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con le Province Autonome di Trento e Bolzano, ha l’obiettivo di mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, a livello centrale e periferico. “Nord-Est 2013” prevede la simulazione di un evento sismico di magnitudo 5.8 con epicentro nel Comune di Tambre, in Provincia di Belluno, con effetti che interesseranno anche le province di Pordenone e Treviso. A portare soccorso alle zone colpite dal sisma saranno in primis le Province del Veneto, e in particolare la Provincia di Venezia che sarà impegnata a Tambre per la realizzazione di un campo di accoglienza per gli abitanti. Per questo nelle prime ore del mattino da Mestre si muoverà una colonna mobile con mezzi e volontari provenienti da vari gruppi comunali ed associazioni, provenienti da tutta la provincia. La colonna vedrà al suo interno una cucina mobile, il modulo servizi igienici, alcune tende pneumatiche, un generatore elettrico, una torre fari, oltre ad una autoambulanza per il soccorso ed assistenza sanitaria ed altre attrezzature necessarie alla realizzazione di una tendopoli, quali un piccolo escavatore ed anche un camion. I volontari che si uniranno alla colonna mobile sono 45 cui si aggiungeranno 4 volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri con compiti di scorta alla colonna, 9 volontari dell’Associazione Lagunari Truppe Anfibie e 7 volontari della Croce Rossa Italiana. Saranno presenti anche 3 ingegneri iscritti all’Ordine di Venezia che, a seguito del protocollo di intesa tra Provincia e Ordine, si affiancheranno con compiti di valutazione sulla sicurezza dei luoghi e supporto ai volontari nella predisposizione della tendopoli, per quanto concerne gli aspetti tecnici. Assessore alla Protezione civile Giuseppe Canali: «L’esercitazione nazionale si sviluppa nell’area dell’Alpago, che in passato è già stata teatro di terremoti. Si tratta di una zona di difficile accesso in quanto nel caso di un sisma il sistema autostradale non è immediatamente percorribile sviluppandosi su viadotti. Inoltre quello viario secondario presenta comunque molte difficoltà, quali gallerie, ponti, frane. Come sistema provinciale riusciamo ad attivarci in 6 ore, in quanto abbiamo modulato una reperibilità tra volontari a turni di 15 giorni per distretto, i quali sono pronti a partire come colonna con le attrezzature minime per allestire un campo, ovvero tende, generatori, cucina e bagni. L’esercitazione è anche utile per testare il sistema sotto il profilo delle nuove norme sulla sicurezza in favore dei volontari stessi».